LA LOCANDINA di D. G. Mazzillo - La Sapienza della tua bocca vale più di mille pezzi d’oro o d’argento!”. Si può prendere dal salmo 118 questa frase come sintesi del messaggio domenicale sulle ultime parabole del Regno di Dio: il tesoro, la perla, la rete e il patrimonio di casa. Tutte fanno riferimento a un immenso valore. Lo scrigno nascosto sottoterra e la perla trovata in luoghi lontani costituiscono un tesoro, al pari del patrimonio da cui il padrone di casa estrae “cose nuove e cose antiche”. Così come è da considerare un tesoro ancora più prezioso l’essere afferrati dalla rete lanciata da Gesù e poter restare con lui, senza essere buttati via come pesci cattivi. Se far parte del Regno ha un valore inestimabile, le varie parabole vogliono illuminarci sui molteplici aspetti e le differenti dinamiche che ci interessano. Le precedenti parabole (il seminatore, il grano e la zizzania, la senape e il lievito) indicavano le caratteristiche del Regno, quelle odierne riguardano le nostre reazioni rispetto alla sua presenza nel mondo. In generale si può affermare che mirano ad appurare l’importanza che noi effettivamente diamo a Dio e al suo piano d’amore verso di noi. Lo consideriamo veramente tale? Il suo Regno è per noi un tesoro superiore ad ogni altro tesoro, tanto da non indugiare a sbarazzarci di quanto ci impedisce di poter entrare in esso? Spetta a ciascuno di noi rispondere e nessuno può farlo al posto di un altro. Spetta unicamente a ciascuno sincerarsi sul valore che diamo a questa perla, che supera in valore ogni altra immaginabile perla.
(L'immagine, trovata in Internet, è quella di una’antica nave, con le vele raccolte, come in sosta, mentre sullo sfondo la luce del sole squarcia le nuvole)
Preghiera
Quanti mari ho attraversato, Signore,
alla ricerca della perla più belle di tutte,
ed ogni volta la più preziosa m’è apparsa
solo la penultima di un’altra introvabile!
Dopo tanto girovagare ho capito
che la perla più bella non si compra
né si trova oltre gli oceani lontani.
La portavo con me senza saperlo,
perché quella perla era lo stesso desiderio
di andare oltre me stesso e le cose agognate
che tuttavia mai riempiono l’anima.
Ora la mia vita è come in sosta,
solo per valutare quanto mare mi resti
e quale sia il tragitto più breve
che portandomi a te,
mi faccia ritrovare me stesso.
Ti prego aiutami, mentre cala la sera
e di nuovo il richiamo della perla
grida da ogni fiotto della luce
venuta a salutarmi discreta. Amen! (GM/27/07/08)
Dal salmo 118 - La mia parte è il Signore: ho deciso di osservare le tue parole. Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento. Il tuo amore sia la mia consolazione, secondo la promessa fatta al tuo servo. Venga a me la tua misericordia e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia. Perciò amo i tuoi comandi, più dell’oro, dell’oro più fino. Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti e odio ogni falso sentiero. Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li custodisco. La rivelazione delle tue parole illumina, dona intelligenza ai semplici.
Vangelo di Matteo (13,44-52) - In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».