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Tempo di Quaresima: solidarietà verso l'Infinito

LA LOCANDINA - Il tempo di preparazione alla Pasqua è già iniziato. La “Quaresima”, che in italiano prende nome dai 40 giorni prima della Pasqua, in tedesco è chiamata "tempo di digiuno" (Fastenzeit). Si tratta di un tempo particolare, che rievoca il periodo di tempo trascorso da Gesù, in digiuno, nel deserto. Del digiuno, da vivere con gioia, parla Egli stesso nel Vangelo (mercoledì delle ceneri), associandolo alla solidarietà discreta verso i bisognosi (l’elemosina) e alla preghiera, diretta e fatta nel segreto. Sono tutti e tre strumenti particolari e privilegiati di comunicazione con Dio e con la parte più profonda di noi stessi. Gesù ci invita con essi alla verità del nostro vivere e del nostro agire. Ma non si tratta solo di un invito. Come narra il Vangelo di oggi, Gesù stesso ha “praticato” la verità verso se stesso, volendo restare veramente uomo e pertanto superando la tentazione del pane prodigioso e della caduta miracolosa dall'alto. Così ha voluto anche affermare la verità del rapporto con il Padre, dichiarando che è solo Dio che bisogna adorare. Il digiuno, la solidarietà e la preghiera rappresentano pertanto non solo le armi per vincere le tentazioni, ma la vera scuola che ci porta lentamente alla verità. Sono espressioni della nostra umanità, finita e bisognosa di aiuto, e nello stesso tempo strumenti che ci collegano con l’Infinito. La preghiera apre il nostro soliloquio al colloquio con Dio, la solidarietà apre alla responsabilità verso l'altro e ogni altro, il digiuno, allenandoci a lasciare qualcosa di finito, ci conduce decisamente nell'Infinito.
(Angelo seduto su un pennone interno della Chiesa dell'Annunziata di Tortora, con in mano una corona)

PREGHIERA
Messaggero di Dio, sei arrivato fin lassù
e a differenza di noi, non corri pericolo alcuno,
non subisci, è vero, nemmeno alcuna tentazione.
Con la corona che stringi nella mano
sembri indicarci la meta:
quella di chi nel cammino avanza
sempre più in alto e vince ogni prova.
Vedi, noi siamo molto più in basso
e già ci costa tanto solo il rivolgerti gli occhi
che ci dà le vertigini...
Con Gesù tuttavia, oggi anche noi entreremo
nel nostro deserto e tenteremo
di vivere anche noi oltre ciò che è solo
materialità ed istinto,
bisogno immediato e preoccupazione d’ogni giorno.
Faremo fronte anche a questo
e impareremo che nella rinuncia
a ciò che appesantisce il cammino
avanzeremo spediti, e forse un giorno,
anche noi come te potremo guardare
la vita e gli umani dall'alto dei cieli. (GM/10/02/08)

Vangelo di Matteo (4,1-11) - Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. E, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani». Ma egli rispose: «Sta scritto: "Non di pane soltanto vivrà l'uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio"». Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: "Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo, ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti con il piede contro una pietra"». Gesù gli rispose: «È altresì scritto: "Non tentare il Signore Dio tuo"». Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria, dicendogli: «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto"». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano".

09/02/2008

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/la-locandina-2008/febbraio-2008.aspx
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