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Il cammino della Calabria dopo padre Giancarlo

LA LOCANDINA di d. Giovanni Mazzillo - Carissimi,
questa volta ci sono novità … e quella più grossa e dolorosa è il trasferimento di padre Giancarlo – come noi lo chiamavamo in Calabria – ad altra diocesi. I motivi? Vi allego il suo messaggio di congedo, in cui egli espone quelli che sinceramente ritiene come tali.
Nulla in contrario, caro padre Giancarlo. Ma non volermene: Sono proprio tutti e sono quelli che nella tua … santità credi siano solamente tali? Nella mia ormai cronica carenza di santità non credo. Perciò devo allegare anche - per completezza e per l’accoglienza delle tue consegne, già ricevute da don Tonino Bello, di annunciare, rinunciare, denunciare, anche un articolo di ADISTA, che ricostruisce la vicenda da una prospettiva più critica. Direte più aspra e spregiudicata, secondo lo stile di ADISTA? Non lo so. Giudicate voi, ma dall’esperienza so ormai che la verità non è sempre e tutta da una parte… Si può ricostruire solo a fatica, con sofferenza, spesso nella dialettica e nella purificazione delle esagerazioni e semplificazioni…

La locandina sulla 33 domenica dell’anno ci aiuta a riflettere sul senso del nostro agire e la meta del nostro camminare. Il nostro cammino qui in Calabria senza di te, caro p. Giancarlo, sarà più solitario e più in salita, ma tu lo conosci e l’hai condiviso con noi. Ci siamo – putroppo – abituati. Lo percorriamo da tanto tempo. Lo hanno percorso da sempre quei nostri cari ed i nostri antenati, che soprattutto in questo novembre, affollano come non mai i nostri ricordi e assediano il nostro cuore. Continueremo sì, con tenacia e senza gratificazioni e ricompense, senza ambizioni e senza recriminazioni, a inseguire un sogno e a piantare germogli di speranza, anche se uomini fuori e dentro la chiesa – forse senza volerlo e per loro calcoli, probabilmente piccini e mediocri – tenteranno di sradicarne qualcuno, riuscendoci qualche volta. Amici tutti in Calabria e fuori di essa, restiamo uniti per continuare a realizzare un sogno, credendo ancora nella potenza della speranza e ancorati a una fede più forte, quella che ci ha sempre sostenuti, soprattutto quando abbiamo visto partire le persone più care e siamo rimasti in piedi, continuando a vivere, continuando a lottare.

Con affetto, vs. don Giovanni Mazzillo

Anche questa domenica le letture sono sul senso finale della vita e della storia. Riporto ancora un testo della Bibbia che ci può aiutare a cogliere meglio il messaggio di speranza che affiora dall'immagine del tempio che crollerà: "Non abbandonate dunque la vostra franchezza, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa. Ancora un poco, infatti, un poco appena, e colui che deve venire, verrà e non tarderà. Il mio giusto vivrà mediante la fede; ma se indietreggia, la mia anima non si compiace in lui. Noi però non siamo di quelli che indietreggiano a loro perdizione, bensì uomini di fede per la salvezza della nostra anima" (Eb 10,35-39). Personalmente sono rimasto conquistato dal passo di Giovanni: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Mi ha fatto pensare che non siamo ancora completamente discepoli di Gesù, né conosciamo la verità e nemmeno siamo interamente liberi. Lo saremo solo nella misura in cui restiamo fedeli e resistiamo, non voltando indietro lo sguardo, ma tenendolo fisso verso la stella polare che è Cristo.
(L'immagine mostra Gesù che parla indicando le colonne di un tempio)

PREGHIERA
“Continuando a resistere
salverete voi stessi”.
Così tu dici, mentre l’anno liturgico
sta per finire, ma non ciò
che mette a dura prova una fede
chiamata a leggere l’invisibile in un mondo
che non ne conosce più l’alfabeto.
Tutto crollerà,
anche il tempio della nostra civiltà
e quello della tecnica di cui andiamo fieri
parimenti a quelli eretti da ogni religione.
Solo resterà la capacità di scorgerti
oltre ogni vuoto,
continuando ad amare
e correrti incontro
al nostro tramonto. (GM/14/11/04) (GM/14/11/04)

Vangelo di Luca (21,5-19) - "Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: "Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta". Gli domandarono: "Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?". Rispose: "Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine". Poi disse loro: "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime".

14/11/2007

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Fonte: http://www.abystron.org/expo/rubriche/la-locandina/la-locandina-2007/novembre-2007/33%5e-domenica-dell%27anno-c---2007.aspx
Data: giovedì 21 novembre 2024 - 20:56:51