ROMA - "Cosa fa un buon padre di famiglia di fronte a un rischio eccessivo, che può portare a conseguenze economiche non affrontabili? Mette da parte una piccola cifra e firma una polizza di assicurazione. Ebbene il riscaldamento globale costituisce una minaccia che rischia di mandare in tilt l'economia globale. E' arrivato il momento di sottoscrivere un'assicurazione collettiva per prevenire il disastro". Achim Steiner, direttore dell'Unep, il Programma per l'ambiente delle Nazioni Unite, è a Roma per la Conferenza sui cambiamenti climatici. Un appuntamento che considera uno dei passi concreti che ogni paese dovrebbe fare per riprogrammare l'attività economica in funzione del nuovo clima.
Lei parla di assicurazione, ma le emissioni serra continuano a crescere e i primi effetti sono ormai evidenti. Non è troppo tardi per evitare il danno?
"E' troppo tardi per azzerare il danno. Ma intervenire oggi con determinazione, chiudendo il rubinetto dei gas serra, vuol dire ridurre sensibilmente le conseguenze negative che ci aspettano. Agire subito o aspettare fa la differenza: secondo le stime di Nicholas Stern, l'ex chief economist della Banca Mondiale, l'impatto negativo sull'economia mondiale può variare tra il 5 e il 20 per cento del Pil".
La conferenza italiana è puntata sull'adattamento. Significa investire in un momento in cui c'è da stringere la cinghia.
"Investire non vuol dire rimetterci, anzi è l'occasione per ammodernare il sistema produttivo. Investire nelle fonti rinnovabili, e soprattutto nell'efficienza energetica, è una scelta perfettamente compatibile con i bilanci in attivo, come ha dimostrato la Germania diventando in pochi anni leader nel settore dell'eolico. Risparmiare energia vuol dire guadagnare. E infatti gli investimenti di capitale privato in questo campo sono cresciuti del 40 per cento".
Cosa rischierebbe l'Italia se rinunciasse a contrastare gli effetti del cambiamento climatico?
"Mi sembra che la lettura delle vostre cronache offra una risposta esauriente. Le piogge si sono ridotte e tropicalizzate il che vuol dire che aumentano le possibilità di alluvioni e frane; il Po è ridotto ai minimi storici; le centrali elettriche hanno problemi di approvvigionamento idrico. Incrociando queste notizie con le previsioni di un'ulteriore diminuzione delle piogge e della progressiva erosione dei ghiacciai, si ottiene un quadro abbastanza chiaro".
Quali misure propone l'Unep?
"Oltre all'adattamento bisogna puntare con forza a una drastica riduzione delle emissioni di gas serra. Ci vuole un salto tecnologico consistente. Faccio un esempio. Per riparare lo strappo al mantello di ozono prodotto dai cfc (clorofluorocarburi) è stato approvato il protocollo di Montreal che ha portato all'eliminazione di quelle sostanze. I sostituti, gli hcfc, sono innocui per l'ozono ma dannosi per il riscaldamento globale. Smettiamo di usarli: l'innovazione deve progredire per aiutarci a rendere più sicuro il mondo".