CALABRIA -
Dal Comitato esecutivo dei VAS Calabria riceviamo e volentieri pubblichiamo il presente comunicato stampa che affronta il tema dei ritardi sull'aggiornamento del catasto dei terreni bruciati e sulla necessità che i cittadini seri e onesti possano e debbano intervenire facendo valere fino in fondo i loro diritti e doveri.
Il disastro annunciato causato dagli incendi.
Gli incendi delle ultime settimane hanno assunto proporzioni così smisurate da determinare una situazione di grave emergenza soprattutto nelle regioni meridionali dove spesso, le forze e le risorse predisposti per contrastare questo fenomeno sono risultati inermi o insufficienti, anche per la trascuratezza di molte amministrazioni locali che hanno disatteso le leggi in materia. Di certo, una diversa attenzione avrebbe evitato i gravi danni arrecati agli ecosistemi, al paesaggio, al territorio, alle bellezze naturali, al turismo.
Gli incendi rappresentano un’immane tragedia ambientale per la grande quantità di territorio che viene distrutto e per il numero e le specie animali che non hanno scampo per l’estensione dei roghi. Perciò, tutti dobbiamo essere preoccupati per la perdita dei “servizi” che gli ecosistemi forestali rappresentano per il benessere umano e le specie viventi. Gli ambienti forestali, infatti, sono fondamentali per il mantenimento del ciclo idrico, per la loro capacità di trattenere l’acqua, per il contenimento dell’erosione del suolo, per la biodiversità in essi presente, per l’insostituibile servizio offerto a tutta la vita sul pianeta grazie ai processi di fotosintesi che trasformano l’energia solare in materia organica, per il loro ruolo nei grandi cicli biochimici, come quello del carbonio, fondamentale per le stesse dinamiche del clima.
L’offensiva degli incendiari non si è fermata neanche quando ha provocato la morte di alcune persone oltre agli orribili scempi ambientali. Una vasta e diffusa illegalità che continua a provocare ingenti ed irreversibili danni ambientali, sociali, economici. Sono sempre incalcolabili i danni che ogni anno provocano gli incendi.
Non è dovuto al caso che i maggiori e più distruttivi incendi abbiano riguardato diversi parchi nazionali e regionali proprio del sud, ricchi di natura e di biodiversità. Non è dato sapere se ciò è frutto di strategie definite o di complotti, ma è facile desumere che la scelta di questi territori rappresenti un riconoscimento che proprio dai parchi può venire una tutela e una politica ambientale più efficace che a qualcuno non piace e non si fa scrupolo di contrastarla anche con mezzi criminali. I parchi e le zone boscate sono sotto tiro e bisogna agire per respingere l’attacco degli incendiari criminali. Questa drammatica situazione e la gravità degli eventi impongono un serio ripensamento sulle attività di prevenzione e di intervento nella gestione degli incendi boschivi non sempre opportunamente definite nei pochi piani regionali di programmazione.
Il fenomeno degli incendi coinvolge per i rischi che ne derivano ogni cittadino a cui viene messa a repentaglio la personale incolumità anche per l’enorme quantità di anidride carbonica, di particolato (PM10), di diossina che vengono immessi nell’atmosfera.
Nel corso dell’anno si sono già verificati oltre 7.600 incendi boschivi che hanno percorso circa 116.000 ettari di territorio. In Abruzzo e in Calabria si registrano le più estese superfici boscate percorse dal fuoco: circa 16.000 ettari di patrimonio boschivo è andato distrutto.
Gli atti degli incendiari si reggono grazie alla mancanza del senso della cosa pubblica e dell’interesse comune che trova negli incendi il suo esempio più eclatante, visibile e distruttivo: la mancanza del bene comune, dell’ambiente come risorsa da mantenere per le generazioni attuali e future. Gli incendiari sono perciò la punta più avanzata di quel diffuso atteggiamento che vede nell’ambiente una cosa di nessuno e che rende possibile ignorare i vincoli delle aree protette, le regole statali, i piani urbanistici, nel nome di un interesse privato considerato prevalente.
La mappa dei roghi assegna alla Calabria il triste primato di 1.600 incendi e le superfici dei più importanti parchi del Pollino, della Sila e dell’Aspromonte hanno già subito oltre 150 incendi bruciando circa 6.000 ettari protetti. I roghi stanno così trasformando in cenere le aree più belle della regione ed i comuni non svolgono alcun lavoro di mitigazione degli incendi boschivi e ancora meno fanno per prevenirli. Sono proprio i comuni che, lamentandosi di essere stati abbandonati dallo Stato, non applicano le leggi che esistono da anni e che avrebbero contribuito a fermare molti degli appetiti di speculazione economica che starebbero dietro alle azioni degli incendiari.
La lotta attiva agli incendi boschivi si realizza se fatta durante tutto l’anno, come prevede la legge 353/2000 in materia, che attribuisce proprio alle amministrazioni locali un ruolo fondamentale, strategico e insostituibile in questa “battaglia”. Invece, il ritardo dei comuni nella realizzazione del catasto delle aree percorse dal fuoco rappresenta il problema prioritario da risolvere per imporre i vincoli previsti dalla legge: divieto di fare varianti urbanistiche, divieto di costruire, divieto di rimboschimento, divieto di caccia e pascolo… E’ fondamentale superare queste inadempienze comunali per disincentivare l’incendio-business e mettere, al più presto, in campo molteplici pratiche, dalla manutenzione al monitoraggio dei terreni, alla stipulazione di patti di salvaguardia ambientale con enti, aziende, comunità, associazioni…
In tal modo, si rendono protagonisti i soggetti che operano nel territorio e si possono dotare i comuni e i parchi di maggiori strumenti e risorse per prevenire i roghi. In questa ottica anche le attività di educazione ambientale potrebbero realmente riuscire a rendere più attiva e sensibile la popolazione nel rispetto e nella tutela del territorio. Invece, l’informazione rivolta ai cittadini è quasi sempre carente.
La Regione, le province ed i comuni, esercitando le proprie competenze sulla tutela dell’ambiente, devono incentivare interventi che favoriscano la rinaturalizzazione spontanea della vegetazione, attuare capillari campagne di informazione e di formazione dei cittadini sulla gravità del fenomeno e l’importanza della collaborazione di tutti con la consapevolezza che la lotta contro gli incendi si combatte con una capillare campagna di sensibilizzazione ed educazione : i cittadini devono trovare intollerabile questi comportamenti e diventare utili guardiani del territorio, informati e consapevoli del proprio ruolo.
In proposito, VAS conduce una campagna nazionale “Prevenire è meglio che spegnere” arrivata alla XVII edizione, praticamente senza mezzi e risorse. L’iniziativa tuttavia ha finora acquisito utili informazioni ed indicazioni sulla questione degli incendi e sui tanti modi per prevenirli. Al fine di contribuire al superamento di alcune inadempienze comunali, VAS Calabria mette a disposizione il numero verde 800.866.158 e la posta elettronica vas@vasonline.it per ricevere le segnalazioni dei cittadini da tutta la regione in ordine alle aree ed i luoghi percorsi dagli incendi anche con invio di immagini fotografiche, nonché notizie sulle inerzie o le attività di prevenzione dei comuni. Quello che riusciremo a raccogliere attraverso questo messaggio sarà indispensabile per programmare le attività e le iniziative antincendi per l’immediato futuro.
VAS Calabria – Comitato Esecutivo (2 settembre 2007)