SCALEA - Duro documento dell’Associazione La Scossa che denuncia l’insostenibilità della situazione finanziaria del Consorzio di Bonifica Valle Lao definito un “pozzo senza fondo”, con una situazione debitoria che si aggira intorno ai 2 milioni e mezzo di euro. Antonio Pappaterra cita i dati della Camera del lavoro Cgil di Scalea che già alla fine del 2006 rivelava che solo per i pignoramenti dovuti alle azioni giudiziarie intraprese dai lavoratori irrigui per il mancato riconoscimento dei diritti salariali, le somme pignorate all’ente consortile superavano l’astronomica cifra di 1 milione e 500 mila euro.
“Nel 2006 – si legge in un comunicato – sono state oltre 250 le deliberazioni di presa d’atto per i pignoramenti riconosciuti dal giudice del lavoro a carico dell’amministrazione dell’Ente, con l’aggravio delle spese processuali ma questo è solo un tratto dell’impasse che ormai è diventata normale routine”. Una china pericolosissima che la Scossa fa risalire all’anno 2000, quando il Consorzio di Bonifica Valle Lao venne commissariato con un atto definito di “ingerenza politica” dalla Giunta Chiaravalloti.
“La giunta regionale – scrive Pappaterra – trovò l’appiglio per determinare la fine della presidenza consortile guidata dalla lungimirante e trentennale esperienza di Agostino Fortunato in nome di un progetto di sistematica occupazione delle poltrone. Al suo posto vennero nominati addirittura due commissari, Franco Morelli e Angelo Paravati, il primo era braccio destro di Chiaravalloti ed ora consigliere regionale di An, il secondo all’epoca navigava in Forza Italia e frequentava la corte dell’ex sottosegretario alla Giustizia Iole Santelli mentre attualmente, pur ricoprendo la carica di sindaco di Orsomarso, è stato nominato commissario per volontà dell’assessore Mario Pirillo e dei vertici del Pdm.
Da allora i vari commissari che si sono susseguiti – prosegue il documento della Scossa – non hanno prodotto nulla di buono e la politica calabrese, quella che doveva trasformare gli Enti strumentali in industrie del lavoro, ha semplicemente continuato a calpestare il solco clientelare, dei favoritismi e degli abusi. Nel 2005 – conclude Pappaterra – con il cambio alla guida alla giunta regionale, ci si aspettava una ventata fresca di cambiamento, invece l’oscurità ha avvolto sempre più le speranze di ripresa. Relazioni sindacali inascoltate, bilanci consuntivi e preventivi arretrati non approvati, assunzioni dubbie e particolarmente a rischio, per via dell’eccessivo debito consortile, sono il frutto di una mancanza di riflessione attenta della politica stessa nei confronti di un Ente che ormai sopravvive a stento, e solo grazie alla gestione dei lavoratori forestali”.