Prosegue il dibattito sulla vicenda discarica Piano dell'acqua che tante polemiche e prese di posizioni ha fatto registrare nel corso delle ultime settimane. Pubblichiamo integralmente il testo della lettera che l'on. Alessandro Bergamo, capogruppo consiliare di Uniti per Scalea ci ha cortesemente trasmesso e che analizza il quadro della situazione lanciando accuse dirette e velate ad ambientalisti e rappresentanti delle istituzioni locali. (pgs)
SCALEA - Gentile Direttore,
ritengo che le polemiche sulla discarica di Scalea siano giuste così come le preoccupazioni della cittadinanza e bene fa il comitato antidiscarica a segnalare le potenziali pericolosità della stessa perché a mio avviso si tratta di un ordigno pronto a scoppiare già nella prossima estate. Del resto, esattamente un anno fa, il mio gruppo consiliare “Uniti per Scalea” aveva lanciato un grido di allarme e avvertito che Scalea rischiava di diventare la pattumiera della Calabria.
In questa vicenda, non mi preoccupa il fronte dei Sindaci degli altri comuni che sostengono l’iniziativa perché è il loro mestiere, ma mi piacerebbe sentire anche l’opinione dei loro cittadini se la discarica fosse realizzata vicino le loro case e non a Scalea. Non mi impressiona nemmeno l’agitazione dell’ultima ora di qualcuno che, un anno fa, ci aveva ammoniti sulla questione affermando che non capivamo un’acca di ambiente, sostenendo che l’opera era cosa buona mentre oggi non più. Anche la schiera di ambientalisti ad oltranza piovuti a Scalea, tutto sommato praticano il loro ripetitivo esercizio del no costante e comunque.
Mi dispiace invece del giudizio sulla questione di una persona stimabilissima come Eugenio Madeo al quale, penso, sfugga il senso delle sacrosante proteste del Comitato antidiscarica. Siamo tutti convinti che i rifiuti da qualche parte bisogna metterli e che le amministrazioni locali hanno il peso delle responsabilità diretta in assenza di programmazione specifica da parte del nulla rappresentato dai scaldapoltrone di amministratori provinciali e regionali.
In sostanza il problema riguarda esclusivamente il sito della discarica. Già: perché proprio a Scalea? forse perché le 250 mila presenze estive non aspettano altro? Forse perché trattandosi di un piccolo territorio comunale (il più piccolo del comprensorio con soli 22 km quadrati) e completamente saturo dall’urbanizzazione, aveva l’orgoglio di diventare anche pattumiera della provincia? Forse perché l’incessante andirivieni notturno di camion stracolmi di spazzatura provenienti chissà da dove, contribuiscono a rendere salubre l’aria della nostra cittadina?
Il sindaco di Scalea fa la sua parte riducendo oggi a 4 il numero dei comuni, rispetto ai 45 dello scorso anno, che alimentano la montagna di rifiuti ma come fa a garantire che Scalea non sarà oggetto di una ordinanza da parte di istituzione a cui non può rifiutarsi e che probabilmente imporrà lo scarico a Scalea di tonnellate di rifiuti di tanti e tanti altri comuni? Rendendo poi la discarica quasi immediatamente inutile perché, se è vera l’ipotesi, sarà presto satura. E quindi come finirà? Finirà che Scalea si terrà la spazzatura di buona parte della provincia o della regione e probabilmente l’anno prossimo il problema si ripresenterà. E allora, in questa evenienza, cosa si farà? Un’altra buca? Perché questa discarica non si è realizzata nel comune del Sindaco Paolino dove non mi sembra che il vastissimo territorio sia completamente ricco di preziosità da salvaguardare? So che è facile porre interrogativi mentre è arduo rispondere. Ma le istituzioni servono anche a questo.
Cordialmente,
on. Alessandro Bergamo - Capogruppo Uniti per Scalea