PARCO DEL POLLINO - Forte indignazione da parte degli ex Lsu Pollino del Tirreno cosentino in merito alla vicenda che li riguarda che, ancora una volta, non sembra trovare soluzioni serie e definitive. “E’ una vicenda, la nostra – si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi – che meriterebbe l’attenzione del Governo centrale perché riteniamo che di simili non ce ne siano e la storia non ne ricordi. Qualche mese fa abbiamo ricevuto la notifica da parte della Regione Calabria di essere stati inseriti nel bacino degli lsu/lpu ed abbiamo appreso successivamente che saremmo stati inquadrati come ex articolo 7. Una notizia non male, se si pensa che erano stati coinvolti i Comuni che potevano utilizzarci per 30 ore settimanali con l’integrazione del Parco, grazie a fondi che il Commissario Domenico Pappaterra, sebbene insediato da pochissimi giorni, aveva celermente recuperato per l’attivazione di un progetto di cui aveva tracciato le linee guida”.
Tuttavia, nonostante la comunicazione della CRI regionale e l’impegno concreto del Commissario straordinario del Parco di procedere all’avviamento a partire dal 2 luglio 2007, è stato invece deciso di non interrompere la mobilità e di prolungarla per tutto il 2007. “Non comprendiamo questo cambio di programma, – aggiungono preoccupati gli Lsu – non comprendiamo come si possa comunicare l’immissione nel bacino degli lsu/lpu e subito dopo, chiaramente senza una comunicazione che annulli la precedente, affermare che non è possibile rientrare nel bacino, ma che è necessario restare in mobilità fino a dicembre del 2007. Il dato più allarmante è che la mobilità si è ridotta ulteriormente e che siamo costretti a vivere con meno di 400 euro al mese, che non saranno somministrati mensilmente, ma in un’unica soluzione chissà fra quanto tempo e sottoposti a tassazione separata.
Abbiamo figli da campare e mogli disoccupate, abbiamo una dignità da difendere e non possiamo a 45 anni ed oltre accettare di restare a casa senza lavoro. Essendo in mobilità non possiamo fare neppure un altro lavoro nei mesi estivi, quando i bar e i ristoranti hanno bisogno di personale. Chiediamo alla Regione di mantenere gli impegni presi e inserirci nel bacino degli lsu/lpu dandoci l’opportunità di lavorare con l’integrazione dell’Ente Parco. Oppure dobbiamo pensare che la Regione ci stia invitando ad accettare lavori in nero per campare ??” Stanchi, sfiduciati ed esasperati i lavoratori si rivolgono infine alle organizzazioni sindacali chiedendo di superare eventuali limiti ed incomprensioni ed unirsi per contribuire a risolvere definitivamente un problema altrimenti drammatico.