PARCHI -
Dal Comitato Parchi Italia riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato stampa riguardante la sentenza del Tribunale di Sulmona che ha assolto Franco Tassi Direttore “storico” del Parco Nazionale d’Abruzzo dall’accusa di aver falsificato le deliberazioni del Consiglio Direttivo. Una vicenda risalente ad alcuni anni fa e che era culminata nel febbraio-marzo 2002 con la estromissione del Direttore dall’incarico, mentre era seriamente ammalato. Dopo una lunga sequela di attacchi e accuse pesanti sul conto di Tassi (pare siano ben 1500 i procedimenti per calunnia e accuse di varia natura) adesso la parola passa alle sentenze degli organismi deputati a farlo che apriranno un capitolo nuovo di una storia tutta da scrivere. Nel frattempo chi, come il Prof. John Severt, la storia del Parco d’Abruzzo la sta già scrivendo, parla senza mezzi termini di declino irreversibile e di Parco consegnato al degrado e agli speculatori dopo aver fatto a gara, per anni, nel tentativo di smantellarlo e distruggerlo. Ma ecco il testo del comunicato (p.g.s.).
ROMA - Con una esemplare Sentenza in data 8 marzo 2007 il Tribunale di Sulmona, riunito in Sessione Straordinaria, ha concluso definitivamente una delle ultime vertenze penali aperte su denuncia dell’Ente Autonomo Parco Nazionale d’Abruzzo, i cui responsabili della cosiddetta “nuova gestione” accusavano Franco Tassi di aver “falsificato” le Deliberazioni del Consiglio Direttivo.
Dopo attento esame di cospicua documentazione, e sentiti numerosi testi dell’accusa e della difesa, il Tribunale ha pienamente assolto il Direttore “storico” del Parco più antico d’Italia perché “il fatto non sussiste”. L’assoluzione era stata del resto richiesta, con ampie motivazioni, non solo dai Legali dell’interessato (Avvocati Alessandro Vannucci di Roma e Angela Pagliaro di Sulmona), ma dallo stesso Pubblico Ministero.
Impressionante la ricostruzione dei fatti del febbraio-marzo 2002, allorché la brutale e repentina estromissione del Direttore, mentre era seriamente ammalato, segnò l’inizio del declino del Parco più famoso, importante e amato d’Italia, considerato all’estero quasi come un vero “mito”. Dalla torbida vicenda delle “microspie” inesistenti, delle “contraddizioni” sulle Deliberazioni, della strana “scomparsa” dei documenti chiave e del “diluvio” di accuse strumentali riversate su chi non poteva difendersi, rischiano di uscire piuttosto malconci gli incauti accusatori, sui quali peserà anche l’obbligo di corrispondere cospicui risarcimenti all’interessato.
Non è stato possibile raggiungere Franco Tassi, “eterno imputato” poi risultato sempre innocente, perché impegnato altrove in attività scientifiche. Del resto, che sia ormai saturo di false accuse, denigrazioni e calunnie si può ben comprendere, avendo ormai largamente superato la pur eccezionale quota 1.500. E alla sua Segreteria le istruzioni erano categoriche: “Nessuna intervista, d’ora in poi parleranno solo le Sentenze”. Almeno fino all’epilogo di questa squallida vicenda.
Una breve dichiarazione è stata comunque diffusa dal Prof. John Severt, lo storico inglese che sta redigendo una ponderosa opera sul Parco più difficile e travagliato d’Italia:
“L’Abruzzo disponeva di un patrimonio straordinario, mirabilmente gestito. La creatività, l’innovazione, l’efficienza di questo Parco riscattato dagli abissi lo avevano reso un faro cui tutti i Parchi italiani, e moltissimi stranieri, si ispiravano. In Italia però, come diceva Flaiano, si perdona tutto ma non il successo. Per anni, decenni, tutti i centri di potere hanno gareggiato nello smantellarlo, distruggerlo e cancellarlo, e alla fine ci sono riusciti per la gioia degli speculatori. Un vero disastro non solo per la natura, ma anche per la comunità locale. Ora il turismo agonizza, l’economia langue e il tessuto sociale sta disgregandosi. Non sarà facile far rinascere qualcosa da queste ceneri.”
COMITATO PARCHI - Roma marzo 2007 - e- mail: natura@comitatoparchi.it - http: www.comitatoparchi.it