ORSOMARSO - Il centro visite del parco del Pollino di Orsomarso si avvia a diventare un vero e proprio laboratorio didattico, di ricerca e sperimentazione per gli studenti delle scuole del comprensorio alto tirrenico. Martedì scorso, infatti, i trenta allievi delle scuole medie di Orsomarso si sono recati nuovamente presso l’edificio sito in piazza Paolo Giannini e, dopo l’incontro di una settimana prima durante la quale avevano effettuato un affascinante viaggio nella memoria attraverso la visione di foto d’epoca e dei luoghi simbolo del monachesimo italo-greco, noto anche come basiliano, si sono immersi nella mostra-museo di cultura contadina.
Un suggestivo ambiente allestito dalle due operatrici del Centro visite del Parco e da alcuni soci dell’Associazione culturale Abystron, nell’ambito di un progetto abbastanza articolato che è finalizzato al recupero della memoria storica di Orsomarso e delle specificità antropologiche, culturali e naturalistico-ambientali del vasto comprensorio che da esso prende il nome, a cominciare dalla valle del fiume Argentino.
La mostra-museo espone numerosissimi strumenti, utensili ed attrezzi da lavoro messi in gran parte a disposizione dal Comune di Orsomarso che alla fine degli anni ottanta del secolo scorso aveva promosso un progetto finanziato dalla Regione Calabria che prevedeva, fra l’altro, anche la raccolta e catalogazione di antichi attrezzi e tutto ciò che riguardava la cultura materiale e contadina di questa comunità, nella prospettiva di realizzare una struttura museale permanente. Protagonisti di questo intervento erano stati una ventina di giovani fra i 18 e i 29 anni che si erano buttati in questa impresa con entusiasmo riuscendo a recuperare decine e decine di preziosi arnesi e oggetti fra i più vari che adesso rappresentano dei documenti fondamentali di studio per le nuove generazioni.
Gli allievi e le insegnanti della scuola media di Orsomarso sono stati accolti, oltre che dalle operatrici del Centro visite, anche da un’anziana donna del paese che ha risposto a tutte le innumerevoli domande dei giovani intervistatori muniti di block notes e di macchine fotografiche. Un affascinante viaggio nella memoria durante il quale hanno incontrato il vecchio letto di tavole con il materasso di foglie di granturco e le lenzuola di lino, l’antico telaio di legno pronto per produrre i suoi delicatissimi tessuti. Il tutto contornato di antiche fotografie del novecento che completano il quadro di un mondo così lontano ma, allo stesso tempo, così vicino con la sua presenza discreta.