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Alzheimer. L’approccio medico non basta

SALUTE - Alzheimer. L’approccio medico non basta Luisa Bartorelli(Associazione malati di Alzheimer-Roma): “I malati e i loro familiari hanno bisogno di farmaci, ma anche di assistenza sociale e psicologica” Contro le cronicità dell’anziano la medicina tradizionale non dà più risposte sufficienti: bisogna passare a una medicina “geriatrica”. E’ dirlo è la professoressa Luisa Bartorelli, una che di cronicità se ne intende: è infatti la presidente dell’Associazionee italiana malati di Alzheimer di Roma. Com’è noto questa grave malattia cronica, che affligge 600mila italiani, è una delle grandi patologie della “società longeva”.
Una malattia da cui non si guarisce, e di fronte alla quale l’approccio tradizionale “diagnosi-terapia” non ha niente da dire. Una malattia tipicamente geriatrica, per la quale serve una medicina anch’essa “geriatrica”: “Vale a dire – spiega la Bartorelli – una medicina che, attraverso un intervento multidisciplinare, miri a prolungare il più a lungo possibile la condizione di autosufficienza del malato”.
Approccio multidisciplinare significa che non bastano i farmaci, e non servono gli interventi chirurgici: i malati di Alzheimer hanno bisogno di un’assistenza che alle cure farmacologiche affianchi assistenza sociale, psicologica, aiuti ai familiari. Una vicinanza costante al paziente, da intensificare all’avanzare del male. Non ci sono interventi puntuali da fare, il malato non può essere “guarito” ma va “seguito”.
Non solo il malato, ma anche i suoi familiari hanno bisogno di sostegno, anche economico. Come ha sottolineato il prefessor Mortilla, “una delle più diffuse cause che determinano l’ingresso delle persone al di sotto della soglia di povertà, è proprio quella di avere un familiare malato di Alzheimer”. E la Bartorelli conferma che questa è una tragica realtà: “Un malato di questo morbo costa 48mila euro all’anno: abbastanza da impoverire una famiglia non agiata”. E purtroppo in Italia “l’80% della spesa viene fatta ricadere sulle famiglie”.
Esiste in particolare una grave questione di accessibilità e gratuità dei farmaci: “Sono costosi – ricorda la Bartorelli – e non si trovano facilmente dappertutto”. Una politica sanitaria uniforme, e un fondo nazionale per la non autosufficienza, potrebbe dare parecchie risposte ai problemi di chi vive questo dramma. Ma in Italia si preferisce confidare sul buon cuore delle famiglie. E sull’assistenza di badanti improvvisate.
Tuoquotidiano.it
13/05/2006

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