Grandi imprese: persi 8mila posti di lavoro

STATISTICHE - Istat, persi 8mila posti di lavoro nelle grandi imprese. A febbraio 2005 rispetto a un anno prima. Perdono occupati le aziende industriali, ma quelle di servizi aumentano le assunzioni. Continua a calare l’occupazione nella grande impresa italiana. Anche se a guardare bene i dati dell’ultima rilevazione Istat si scopre che è l’impresa industriale a perdere addetti, mentre le aziende nel settore dei servizi aumentano le assunzioni.
Il dato, relativo alle imprese con oltre 500 dipendenti, si riferisce al mese di febbraio 2006: in tale mese risulta una diminuzione degli occupati pari allo 0,4% rispetto al febbraio 2005. Si tratta di 8mila posti di lavoro persi in un anno. Il calo complessivo registrato nelle grandi imprese a febbraio, che al netto della Cassa Integrazione è dello 0,3%, è il risultato di un calo tendenziale dell'1,4% nell'industria (corrispondente a 10mila posti in meno) non compensato da un aumento dello 0,2% nei servizi (+2mila posti).
Se si considerano le grandi imprese industriali, il calo di occupazione al netto della Cassa Integrazione è stato dell'1,3%, mentre nelle grandi imprese dei servizi l'aumento al netto della Cassa è stato dello 0,2%. Nei primi due mesi dell'anno il calo complessivo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente è stato dello 0,4% al lordo della Cassa e dello 0,3% al netto.
L’emorragia di lavoratori ha interessato innanzitutto il settore tessile (-4,3% su base annua) e quello della stampa ed editoria (-4,8%); soffrono anche le aziende di energia elettrica, gas e acqua (-4,5%). In controtendenza invece il settore alimentare (+3,8%) e, per quanto riguarda i servizi, gli alberghi e i ristoranti (+3,9%); meno cospicuo ma rilevante l’aumento degli occupati nelle imprese commerciali (+1,3%).
Lavorano in meno, ma guadagnano di più i dipendenti delle grandi imprese. Secondo l’Istat la retribuzione lorda media per ora lavorata è cresciuta complessivamente del 2,4% rispetto a febbraio 2005, mentre la retribuzione lorda media per dipendente è aumentata del 5% (+3,9% la retribuzione continuativa).